In un paesaggio quasi marziano, agli occhi del visitatore curioso appare, quasi all’improvviso, un meraviglioso lago di origine mineraria. Lo specchio d’acqua si trova sotto strada ed è nascosto da una fitta vegetazione mediterranea: si lascerà intravedere solo quando ci sarete arrivati proprio davanti. Stupende tonalità di rosso e di giallo, contrapposte all’immenso verde che circonda la zona in un vero tripudio di colori. L’escursione è possibile anche con l’e-bike.
La fortezza del Volterraio, è il sito più suggestivo e magico dell’isola, soprattutto se raggiunto al tramonto.
La fortezza svetta dai suoi 395 metri incastonata nella roccia da cui emerge come per incanto che diventa ancora più intenso al tramonto, quando si trasforma in una suggestiva terrazza sull’Elba e sulle altre isole dell’Arcipelago Toscano. Un panorama mozzafiato mostra il profilo della dorsale orientale e all’orizzonte la forma esile dell’isola di Pianosa e l’austera sagoma di Montecristo. Di fronte parte centrale dell’isola con le morbide colline, gli ampi golfi meridionali e l’inimitabile morfologia del golfo di Portoferraio con alle spalle il massiccio imponente del monte Capanne. Più a destra la selvaggia isola di Capraia e, sullo sfondo, le montagne innevate della Corsica con Capo Corso, proteso verso il nord.
La Biodola o Cavoli? Padulella o Sansone? Sabbia o rocce? Qual è la spiaggia giusta per il tuo umore oggi?
L’isola ne offre un’ampia scelta, tutte raggiungibili in poco più di mezz’ora. Gli appassionati di snorkeling possono trovare in Sant’Andrea la loro meta ideale, mentre Marina di Campo è perfetta per le famiglie.
La spiaggia di Ogliera, non lontana da Pomonte, in ghiaia scura più o meno grossa, è composta da due spiaggette incastonate tra alte scogliere, appena visibili dalla strada. Da questa spiaggia si può partire per l’avventurosa immersione nei pressi del relitto dell’Elviscot, raggiungibile a nuoto, che appassiona sub e snorkelisti. La nave, naufragata sugli scogli quasi 50 anni fa, richiama appassionati e curiosi.
Un’esperienza indimenticabile in cui vivere in prima persona l’attività di osservazione di cetacei nel loro ambiente naturale e apprendere le buone pratiche da seguire durante l’attività del whale watching. Insieme a un’educatrice ambientale esperta di cetacei si possono commentare gli avvistamenti e conoscere le 8 specie di cetacei che popolano l’area marina dell’Arcipelago Toscano, oltre che apprendere le basi delle “buone pratiche” della navigazione a vela nel rispetto del mare e dei suoi abitanti. L’Isola d’Elba è situata al centro del Santuario dei Cetacei Pelagos, la prima area marina protetta internazionale del Mediterraneo che nasce da un accordo tra Italia, Francia e Principato di Monaco per la protezione dei mammiferi marini che lo frequentano. A volte le balene sono state avvistate anche vicino alla riva.
Fanatico dell’attività sportiva? Appassionato con poco tempo a disposizione, se non in vacanza? Bici, tennis, windsurf, trekking, vela, golf o e-bike? Qual è lo sport che ti stuzzica o ti appassiona da sempre? L’Elba offre percorsi e campi attrezzati per non lasciare mai a casa la tua passione sportiva o praticarla in un contesto unico, o solo anche incuriosirti per un giorno e poi mai più, da solo o in famiglia.
Sembra che le tartarughe Caretta caretta si trovino proprio bene all’Elba, tanto che negli ultimi anni hanno scelto le spiagge dell’isola per deporre le uova, dischiuse poi a sorpresa.
Per questo motivo all’Elba si può andare a caccia delle tracce e collaborare alla difesa delle uova, proteggendo la schiusa. La tartaruga che depone le uova è di grandi dimensioni, da 100 a 150 cm di lunghezza, ed è molto pesante; quando esce dall’acqua, trascinandosi, lascia una traccia nella sabbia facilmente riconoscibile, che assomiglia alle tracce di un piccolo cingolato, con un percorso inequivocabile di andata e ritorno dal marea a ferro di cavallo.
In caso di avvistamento di tartarughe o delle impronte lasciate sulla sabbia, è importante allertare subito la Guardia Costiera e avvisare i referenti del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano che periodicamente attivano anche corsi dedicati alle tartarughe.
Tra i progetti da poco è stato varato il Progetto TartaLove, con il quale Legambiente e il PNAT vogliono coinvolgere gli stabilimenti balneari, i punti blu e tutti gli operatori delle spiagge in un programma di protezione delle Tartarughe Marine che rappresentano un valore straordinario per la biodiversità.
Gli stabilimenti balneari e i punti blu che decideranno di diventare “amici delle tartarughe”, dopo aver aderito al Protocollo per la gestione responsabile delle spiagge verranno insigniti della bandiera azzurra di Tartalove da esporre presso la propria attività.
La miniera di magnetite del Ginevro, unica miniera in galleria ancora visitabile sull’isola, è il giacimento più grande d’Europa ed è considerata una riserva strategica di ferro dallo Stato italiano, tanto da essere tutt’ora tutelata per la sua importanza.
Muniti di caschetto e di spirito d’avventura, grazie all’aiuto delle guide, si potrà scendere nella pancia dell’isola, immergendosi in una visita esperienziale. Come vivevano i minatori? Quali abitudini avevano la piccola comunità dedicata agli scavi? Che cosa voleva dire lavorare sottoterra? La visita risponde a queste e altre domande, in un percorso articolato lungo i cunicoli e gli spazi comuni della miniera, in cui si avrà più di una volta la sensazione di vedere l’attività ancora in corso, anche grazie alla presenza di strumentazioni lasciate in loco subito dopo la chiusura degli anni ’80.
Sono previsti due percorsi: uno a quota +6, pianeggiante e adatto a tutti, e un secondo a quota -24, che prevede la discesa di 220 scalini.
Nel cuore dell’isola, sul crinale che congiunge il monte Perone alla vetta del Capanne, si trova il Santuario delle farfalle, un luogo magico in cui i battiti d’ala colorati sono i padroni incontrastati. Giasone, Macaone, Cleopatra, Silvano Azzurro e Vanessa del Cardo e Vanessa Atlanta sono i nomi di alcune delle specie che abitano l’isola, che di notte si trasforma nel regno delle falene: dalle più piccole all’imponente Saturnia del Pero, la cui vita non dura che un’estate, dopo una lunga e pacata esistenza da bruco goloso di frutta.
L’aleatico è un vino che fa perdere la testa. Questo è quello che si sente dire più di frequente intorno a questo rinomato vino, apprezzato tanto da vantare la DOCG dal 2011. La sua origine si perde nelle origini dell’isola: già gli etruschi avevano creato delle vasche per la raccolta dell’uva. La tradizione si è tramandata fino ai tempi più recenti, quando fu fatto assaggiare a Napoleone, che ne divenne un grande appassionato.
Questo nettare dal colore brillante è particolarmente pregiato perché realizzato secondo un processo rigorosamente naturale, tramandato da generazioni: si produce soltanto con l’essiccazione degli acini di vite aleatico. Pensa che da 100 kg di uva si ricavano al massimo 22 litri di vino.