Gorgona era conosciuta in antichità come Urgo, Gorgo e Orgòn sebbene questa derivazione non abbia nulla a che vedere con le Gorgoni della mitologia greca: si tratta, infatti, di un suffisso di derivazione sarda di origine preromana. Sappiamo inoltre che i marinai islamici del XVI secolo erano soliti chiamarla ‘’Isola dei Castagni’’ (Kestaneli Ada).
La prima frequentazione di Gorgona risale all’età Neolitica, momento a cui si datano i reperti più antichi recuperati nel versante meridionale del suo territorio e sembra probabile ipotizzare un utilizzo come scalo portuale anche in età etrusca, vista la sua posizione strategica all’interno delle rotte commerciali. Il periodo romano è testimoniato dalla presenza di imponenti murature inglobate in edifici moderni, ma maggiori sono le informazioni legate al periodo tardo antico quando, a partire almeno dal V secolo, è testimoniata la presenza di monaci (Rutilio Namaziano nel 416 parla di comunità monastiche anche a Gorgona). Il monastero di Santa Maria e San Gorgonio è stato al centro di molte vicende importanti per la storia della cristianità , come il recupero delle spoglie di Santa Giulia dopo il martirio in Corsica nel 450 o la visita di Santa Caterina da Siena. La sorte di Gorgona seguì quella delle altre isole dell’Arcipelago, divenendo oggetto di scorrerie dei pirati che nel IX secolo ne portarono al temporaneo abbandono, fino all’ingresso nell’orbita fiorentina.
Si susseguirono vari programmi di fortificazione e installazione di comunità monastiche che, tuttavia, non si configurarono mai come elementi stabili del territorio. Fu Pietro Leopoldo nel XVIII secolo a promuovere un programma di inserimento di maestranze agricole a Gorgona e si deve a una di queste famiglie, i Citti, l’edificazione del borgo di Cala dello Scalo, base per quella che divenne la loro principale attività economica, la pesca. Dal 1869 parte dell’isola fu destinata a colonia penale.
L’unico centro abitato dell’isola si trova presso il porticciolo di Cala dello Scalo, da cui si dipartono una serie di strade in terra battuta che permettono di visitare anche i monumenti di interesse dell’isola, in particolare Torre Vecchia (pisana), Torre Nuova (medicea) e la Chiesa di San Gorgonio. Villa Margherita, l’attuale penitenziario, è costruita su resti romani.
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La spiaggia prende il nome dall’isolotto che si trova a pochi metri dalla riva, a sua volta intitolato alla sorella di Napoleone Bonaparte che, secondo una leggenda (probabilmente creata da un imprenditore turistico negli anni ’60) amava prendere il sole su questi scogli.
Designata come residenza estiva, Napoleone acquistò la proprietà dalla famiglia Manganaro nel 1814, con l’intento di trasformarla in dimora confortevole e raffinata, che non avesse nulla da invidiare alle residenze parigine.
Costruita nel 1724 dal Gran Duca Gastone de’ Medici, fu la residenza di città di Napoleone durante la sua prima permanenza all’isola d’Elba.
Fu fatto costruire in segno di gratitudine nel 1606da José Pons y León dei duchi di Arcos, governatore spagnolo di Napoli e primo governatore della piazza di Longone (facente parte dello stato dei presidi). Nel settembre del 1814 Napoleone, accompagnato da Pons e da Bertrand volle visitare il santuario.
Se oggi l’economia elbana è basata sul turismo, rimane il fatto che gli abitanti di San Piero e della costa occidentale (Pomonte) hanno vissuto e continuano a vivere anche grazie al loro granito e marmo
Visita il porto dove approdò Maria Walewska e la torre di guardia armata visitata dallo stesso Napoleone nel 1814