Charlie è una grande tartaruga marina un po’ attempata, della specie caretta caretta, tratta in salvo qualche anno fa da una rete da pesca. Quasi cieca, non avrebbe potuto continuare a sopravvivere in mare aperto ed è quindi ospite fissa dell’Acquario dell’Elba.
Perfettamente a suo agio fra grandi cernie, murene e altri pesci pelagici, conosce a menadito gli spazi della grande vasca in cui abita, e ciò le permette di trascorrere la sua vecchiaia in tranquillità, lontano da pericoli.
Come Charlie, più di 150 specie marine mediterranee popolano le 80 vasche presenti nell’Acquario, ciascuna di esse godendo di habitat diversificati e riprodotti ad hoc. Potrete incontrare razze, pesci civetta, le grandi granceole (che qui chiamiamo margherite di mare), colonie di ascidie e sconcigli, spirografi, pesci balestra, squali, polpi.
Abitò qui, inoltre, il celebre Polpo Paul, l’octapode divenuto famoso per le sue doti indovine, star dei Mondiali di Calcio 2010. E oggi, alcuni dei suoi discendenti continuano periodicamente a “sfornare” centinaia di uova. Una volta schiuse, i piccolissimi molluschi vengono tutti reintrodotti in mare, alla volta delle profondità blu.
L’attenzione all’ambiente è infatti una delle prerogative dell’Acquario dell’Elba: dall’educazione, attraverso gli incontri con le scuole elbane e non, alla conservazione, mediante numerose collaborazioni con svariate associazioni e la Capitaneria di Porto stessa.
Una visita a questa attrazione è sicuramente un’attività divertente e istruttiva per tutta la famiglia. Un’occasione da non perdere per conoscere gli abitanti dei nostri mari.
Una curiosità? L’Acquario occupa, con i suoi mille metri quadrati, l’edificio un tempo ospitava una discoteca. E le vasche, costruite tutte artigianalmente e riempite con più di 250 mila litri d’acqua di mare, includono le vecchie colonne e le strutture portanti. Cercate la scala antincendio ad esempio, tra le Orate e le Spugne, satura di incrostazioni come fosse quella di un relitto
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La spiaggia prende il nome dall’isolotto che si trova a pochi metri dalla riva, a sua volta intitolato alla sorella di Napoleone Bonaparte che, secondo una leggenda (probabilmente creata da un imprenditore turistico negli anni ’60) amava prendere il sole su questi scogli.
Designata come residenza estiva, Napoleone acquistò la proprietà dalla famiglia Manganaro nel 1814, con l’intento di trasformarla in dimora confortevole e raffinata, che non avesse nulla da invidiare alle residenze parigine.
Costruita nel 1724 dal Gran Duca Gastone de’ Medici, fu la residenza di città di Napoleone durante la sua prima permanenza all’isola d’Elba.
Fu fatto costruire in segno di gratitudine nel 1606da José Pons y León dei duchi di Arcos, governatore spagnolo di Napoli e primo governatore della piazza di Longone (facente parte dello stato dei presidi). Nel settembre del 1814 Napoleone, accompagnato da Pons e da Bertrand volle visitare il santuario.
Se oggi l’economia elbana è basata sul turismo, rimane il fatto che gli abitanti di San Piero e della costa occidentale (Pomonte) hanno vissuto e continuano a vivere anche grazie al loro granito e marmo
Visita il porto dove approdò Maria Walewska e la torre di guardia armata visitata dallo stesso Napoleone nel 1814