Preparazione del brodetto: mettere sul fuoco una pentola con l'olio e un fondo aromatico composto da cipolla, carota e sedano. Far soffriggere e aggiungere i pesci da minestra e le parti di scarto dei pesci che comporranno la zuppa.
Far rosolare bene e bagnare con il vino bianco, lasciare evaporare e coprire con abbondante acqua fredda. Insaporire con il sale, il peperoncino, i chiodi di garofano e le foglie di alloro. Lasciare cuocere lentamente per una buona mezz'ora, dopodiché mettere il tutto in un passaverdure fitto. Lasciare intiepidire.
Preparazione della zuppa: in una capiente casseruola far imbiondire la cipolla, l'aglio, il peperone verde, il peperoncino e la salvia, il tutto tritato finemente. Unire il polpo e le seppie tagliati a pezzi grossi e farli rosolare bene per qualche minuto, finché i polpi non avranno assunto un bel colore violetto.
Bagnare con il vino bianco, lasciare evaporare e aggiungere il concentrato di pomodoro dopo averlo diluito in un po' di acqua tiepida. Portare il polpo quasi a cottura, bagnando man mano con il brodetto che abbiamo precedentemente preparato. Abbassare quindi la fiamma e cominciare ad aggiungere prima i crostacei e poi i pesci che avremo tagliato in piccole trance o tronconi, secondo il tempo di cottura presunto. Aggiustare di sapore, che dovrà essere un po' piccante.
Attenzione a non passare il tempo di cottura: si appiattirebbero i sapori!
Servire con crostoni di pane abbrustoliti e leggermente agliati e colorire con una spolverata di prezzemolo fresco tritato.
- 500 g di pesci di scoglio
- 30 g di olio di oliva
- Una cipolla media
- Una carota
- Una costola di sedano
- Un bicchiere di vino bianco
- 4 o 5 chiodi di garofano
- Due foglie di alloro
- Sale
- Peperoncino quanto basta
- 300 g di seppie
- 500 g di polpi
- Un kg di pesce da zuppa
- 12 granchi
- 50 g di olio
- Una cipolla
- 6 spicchi di aglio
- 3 o 4 foglie di salvia
- Mezzo peperone verde medio
- 60 g di concentrato di pomodoro
- Una manciata di prezzemolo tritato
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La spiaggia prende il nome dall’isolotto che si trova a pochi metri dalla riva, a sua volta intitolato alla sorella di Napoleone Bonaparte che, secondo una leggenda (probabilmente creata da un imprenditore turistico negli anni ’60) amava prendere il sole su questi scogli.
Designata come residenza estiva, Napoleone acquistò la proprietà dalla famiglia Manganaro nel 1814, con l’intento di trasformarla in dimora confortevole e raffinata, che non avesse nulla da invidiare alle residenze parigine.
Costruita nel 1724 dal Gran Duca Gastone de’ Medici, fu la residenza di città di Napoleone durante la sua prima permanenza all’isola d’Elba.
Fu fatto costruire in segno di gratitudine nel 1606da José Pons y León dei duchi di Arcos, governatore spagnolo di Napoli e primo governatore della piazza di Longone (facente parte dello stato dei presidi). Nel settembre del 1814 Napoleone, accompagnato da Pons e da Bertrand volle visitare il santuario.
Se oggi l’economia elbana è basata sul turismo, rimane il fatto che gli abitanti di San Piero e della costa occidentale (Pomonte) hanno vissuto e continuano a vivere anche grazie al loro granito e marmo
Visita il porto dove approdò Maria Walewska e la torre di guardia armata visitata dallo stesso Napoleone nel 1814