In una ciotola lavorare insieme la farina, lo zucchero, lo strutto e il sale: fare tante briciole utilizzando le punta delle dita, poi unire l’ uovo ed amalgamare bene il composto. Il risultato finale sarà un impasto un po’ appiccicoso. Imburrare e infarinare una teglia da 28 cm. Stendere il composto con le mani leggermente umide in modo che non si attacchi alle dita. Stendere con uno spessore non superiore ai 2 cm; sulla superficie praticare dei piccoli solchi con le punta delle dita. Il dolce non crescerà di volume ma resterà basso, biscottandosi in cottura. Cuocere in forno a 170°C per 50 minuti circa o fino a che sarà ben dorato. Estrarre dal forno e spolverare con lo zucchero semolato, lasciare raffreddare e poi estrarre il dolce dalla teglia. Servire accompagnando la Schiacciunta con un vino dolce da dessert.
- 200 g di farina 00
- 100 g di zucchero
- 100 g di strutto
- 1 uovo grande biologico
- Zucchero semolato q.b.
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La spiaggia prende il nome dall’isolotto che si trova a pochi metri dalla riva, a sua volta intitolato alla sorella di Napoleone Bonaparte che, secondo una leggenda (probabilmente creata da un imprenditore turistico negli anni ’60) amava prendere il sole su questi scogli.
Designata come residenza estiva, Napoleone acquistò la proprietà dalla famiglia Manganaro nel 1814, con l’intento di trasformarla in dimora confortevole e raffinata, che non avesse nulla da invidiare alle residenze parigine.
Costruita nel 1724 dal Gran Duca Gastone de’ Medici, fu la residenza di città di Napoleone durante la sua prima permanenza all’isola d’Elba.
Fu fatto costruire in segno di gratitudine nel 1606da José Pons y León dei duchi di Arcos, governatore spagnolo di Napoli e primo governatore della piazza di Longone (facente parte dello stato dei presidi). Nel settembre del 1814 Napoleone, accompagnato da Pons e da Bertrand volle visitare il santuario.
Se oggi l’economia elbana è basata sul turismo, rimane il fatto che gli abitanti di San Piero e della costa occidentale (Pomonte) hanno vissuto e continuano a vivere anche grazie al loro granito e marmo
Visita il porto dove approdò Maria Walewska e la torre di guardia armata visitata dallo stesso Napoleone nel 1814