Schiaccia Briaca

Schiaccia Briaca

Il dolce più famoso dell'isola d'Elba

La schiaccia briaca è il dolce più famoso dell'Isola d'Elba. Non c'è turista che prima di partire non ne acquisti almeno una. Fino a qualche decennio fa si faceva soltanto per le festività natalizie. Nasce probabilmente come pane azzimo che i marinai si portavano a bordo perché era durevole nel tempo. In origine era una semplice focaccia composta da farina, frutta secca, olio d'oliva ed era edulcorata con il miele. Quando nel tardo Ottocento lo zucchero divenne più a buon mercato sostituì il miele; fu "imbriacata" con il moscato e venne aggiunto l'Alchermes di Firenze, il rosolio in voga in quel periodo. Furono questi nobili ingredienti aggiuntivi che la elessero a dolce delle feste. A Capoliveri l'Alchermes non si mette ed è per questo che ha una colorazione più chiara.

Difficoltà

Media

Categoria

Dolci

Porzioni

8 persone

Tempo di preparazione

1 h 30 min

Preparazione

Mettere una parte della farina sulla spianatoia, aggiungervi la bustina di lievito, la frutta secca tritata, l'uva secca ammollata precedentemente in acqua tiepida, l'olio, l'aleatico e un bicchierino di alchermes. Impastare con la farina fino a che l'insieme diventerà omogeneo e morbido.

L'impasto deve essere lavorato poco affinché non si indurisca. Ungere una teglia rotonda con olio, foderare il fondo con carta oleata che salga dai bordi della teglia.

Ungere anche la carta con olio e versarvi l'impasto. Prima di mettere in forno, coprire l'impasto con pinoli, uva secca, due bicchierini di Alchermes misti a due cucchiai d'olio e spargere bene su tutta la superficie.

Spolverare di zucchero semolato. Infornare a forno caldo.

Lasciare cuocere per 40-50 minuti. Sfornare, lasciare raffreddare e disporre la schiaccia briaca sul piatto lasciando la carta dove è stata cotta.

Ingredienti

- 1 kg di farina bianca
- 500 gr di zucchero
- 200 gr di uva secca
- 300 gr di frutta secca tritata
- Due bicchieri d'olio
- Aleatico quanto basta
- Tre bicchierini di Alchermes
- Una bustina di lievito in polvere
- Pinoli

Miniere di Rio Marina

Luogo strategico per la grande quantità di ematite e limonite subito individuato dall'imperatore appena sbarcato sull'isola come asse strategico-militare.
Posizione: Rio Marina

Spiaggia della Paolina

La spiaggia prende il nome dall’isolotto che si trova a pochi metri dalla riva, a sua volta intitolato alla sorella di Napoleone Bonaparte che, secondo una leggenda (probabilmente creata da un imprenditore turistico negli anni ’60) amava prendere il sole su questi scogli.

Posizione: Marciana

Villa San Martino

Designata come residenza estiva, Napoleone acquistò la proprietà dalla famiglia Manganaro nel 1814, con l’intento di trasformarla in dimora confortevole e raffinata, che non avesse nulla da invidiare alle residenze parigine.

Posizione: Località San Martino (Portoferraio)

Villa dei Mulini

Costruita nel 1724 dal Gran Duca Gastone de’ Medici, fu la residenza di città di Napoleone durante la sua prima permanenza all’isola d’Elba.

Posizione: Portoferraio

Santuario di Monserrato

Fu fatto costruire in segno di gratitudine nel 1606da José Pons y León dei duchi di Arcos, governatore spagnolo di Napoli e primo governatore della piazza di Longone (facente parte dello stato dei presidi). Nel settembre del 1814 Napoleone, accompagnato da Pons e da Bertrand volle visitare il santuario.

Posizione: Località Monserrato (Portoazzurro)

Museo Mineralogico MUM

Se oggi l’economia elbana è basata sul turismo, rimane il fatto che gli abitanti di San Piero e della costa occidentale (Pomonte) hanno vissuto e continuano a vivere anche grazie al loro granito e marmo

Posizione: San Piero in Campo

Porto e Torre di Marciana Marina

Visita il porto dove approdò Maria Walewska e la torre di guardia armata visitata dallo stesso Napoleone nel 1814

Posizione: Marciana Marina